PULITINTOLAVANDERIE CONFARTIGIANATO VITTORIA IN CONSIGLIO DI STATO

Una vittoria personale di Carlo Zanin, Presidente del Gruppo Lavanderie della Confartigianato città Metropolitana di Venezia e già Presidente Nazionale ANIL sino al 2020, e un grande risultato sindacale per Carla Lunardon, Presidente Nazionale ANIL Confartigianato e Presidente del gruppo di mestiere Pulitintolavanderie di Confartigianato Imprese Veneto, quello che vede riconosciuta la valenza della disciplina di settore.
La sentenza n° 06007/2024 da parte del Consiglio di Stato in data 8 luglio u.s. sancisce non solo il ruolo del responsabile tecnico per operare nel settore della cura professionale del tessile ma anche quello fondamentale delle Associazioni di categoria come Confartigianato nella tutela dei diritti delle imprese associate.
Il Consiglio di Stato, decidendo in via definitiva sul ricorso di Confartigianato Imprese Veneto verso una lavanderia self-service che erogava anche il servizio di stireria a fronte di una Scia prima rilasciata e, poi, ritirata da parte del Comune in cui operava, ha dato definitivamente dato ragione a Confartigianato.
E’ stata una lunga battaglia iniziata nel 2017, riconoscendo la valenza dell’azione sindacale di Confartigianato e CNA nazionali per cercare di porre un argine al fenomeno delle lavanderie self-service che erogano impropriamente servizi di manutenzione dei capi che, per legge, non possono essere inseriti in un servizio a gettoni e che comunque prevedono la designazione e la presenza di un responsabile tecnico ai sensi della legge 22 febbraio 2006 n. 84 e ss. mm.
La vittoria arriva dopo una pressante azione di Confartigianato ANIL e Cna verso Unioncamere Nazionale, ANCI Nazionale e l’allora Ministero delle Attività Produttive.
Azione che aveva portato ad alcuni risultati concreti come la scissione dei Codici ATECO tra lavanderie tradizionali e self-service, l’introduzione di un alert da parte delle Camere di Commercio sulla presenza del responsabile tecnico in fase di iscrizione di una attività ed una circolare ministeriale.
Passaggi importanti ma che non erano risultati risolutivi dato che in Veneto, come nel resto della penisola, il malcostume proseguiva. Per questo, coadiuvato dalla Associazione Confartigianato San Donà, Zanin ha deciso di inviare una diffida al suo Comune dove, da anni, operava una lavanderia self-service che erogava alla luce del sole il servizio di stiro in assenza di responsabile tecnico. L’intenzione era difendere il principio che la legge va rispettata e che i Comuni hanno il dovere di controllare ed eventualmente intervenire nei casi di abuso di professione. Un iter impegnativo che ha portato ad una prima sentenza, ad un ricorso sino alla sentenza definitiva del Consiglio di Stato che stabilisce che chi vuole operare nel nostro settore deve avere i requisiti previsti dalla legge n°84 del 2006.
“Questa è una grande vittoria soprattutto di Confartigianato” dichiarano Zanin e Lunardon – “perché le è stato riconosciuto dal Consiglio di Stato di poter intervenire a tutela delle imprese artigiane, per difendere i diritti dei propri associati. Una sentenza che apre anche la strada ad altre attività che ad oggi non hanno una legge di settore che stabilisce i requisiti per un lavoro davvero professionale. Si può fare. Anzi, si deve fare di più!”
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