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Cambio pneumatici. Marin: "vecchi copertoni impossibili da smaltire"

07 Ottobre 2024

Mentre mancano una manciata di giorni al via del cambio obbligatorio dei pneumatici da estivi ad invernali officine e gommisti sono ancora ingolfati da cataste di vecchi pneumatici reduci dal precedente cambio gomme. A denunciarlo, ormai ciclicamente perchè il problema va avanti da anni, è il presidente della Federazione Autoriparazione della Confartigianato Imprese Città Metropolitana di Venezia Alessandro Marin, che rincara la dose. “Siamo di fronte al fallimento dell'attuale sistema di raccolta tramite i consorzi. Un meccanismo che non solo si è inceppato e non funziona da tempo, ma che di fatto rischia di bloccare i lavori delle officine e non consentire agli automobilisti di avere le gomme in regola con il codice della strada”. Ma cosa sta succedendo nelle officine veneziane ma pure di tutta Italia, alle porte del 15 ottobre, data che segna il via al cambio obbligatorio? “Semplice, il boom del mercato nero e il conferimento di pneumatici presi aggirando norme e tasse si smaltimento ha già saturato la capienza dei Consorzi, e così chi monta e gestisce gli pneumatici seguendo le norme è rimasto tagliato fuori dalla raccolta. O ripaga le tasse di smaltimento che ha già pagato oppure tiene lì le vecchie gomme, in attesa del prossimo anno quando i parametri di raccolta verranno azzerati e i consorzi ricominceranno a recuperare i vecchi copertoni”. Di fatto a generare questo cortocircuito “Di cui sono responsabili anche i gommisti poco onesti e purtroppo ce ne sono” è il rapporto tra la capienza di raccolta e le tasse pagate. All'acquisto di un treno di gomme nuove in automatico si paga anche la tassa di smaltimento, se questo avviene per i canali normali. “Se l'acquisto avviene on line, da paesi terzi o a nero, è chiaro che poi il numero totale di gomme vecchie in circolazione è superiore a quello sul quale sono state pagate le tasse di smaltimento, tecnicamente il Pfu, e raccolte le gomme parametrate alle tasse la raccolta dei consorzi si ferma, aspettando l'azzeramento delle quote che scatta con il nuovo anno”. Un meccanismo perverso che alla fine lascia con il cerino in mano chi fa le cose correttamente e va ad agevolare chi gioca con il nero. Eppure risolvere il problema sarebbe di una semplicità disarmante; “Basterebbe far coincidere per ogni officina o gommista il numero di pneumatici acquistati pagando la tassa smaltimento con quelli ritirabili dai consorzi, con un doppio risultato: non penalizzare gli onesti e far emergere il nero”.

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