Martin: Nonostante le difficoltà, fare impresa nell'artigianato nell'area metropolitana di Venezia anche oggi offre importanti prospettive

Lo dicono i numeri, l'artigianato –in particolare in provincia di Venezia- si conferma una professione in espansione e sempre più richiesta dal mercato. Una occupazione solida da dipendente e stabile per chi fa l'imprenditore.
In provincia di Venezia, per il quarto anno consecutivo, cresce infatti il numero di imprese attive, con un +0,10% nel 2024, pari a 18 attività in più rispetto il 2023. Trend che continua in positivo da un quadriennio. A squadernare i numeri artigiani della nostra provincia sono i dati dell'ultimo report dell'Ufficio studi della Confartigianato Imprese Città Metropolitana di Venezia. Dallo studio ufficiale, che fotografa la natimortalità e la natura delle nostre imprese, a fine 2024 si contavano complessivamente 18.549 aziende artigiane, con un saldo positivo di +141 che, dal 2021, si sono aggiunte al nostro tessuto economico.
”Nonostante le difficoltà, fare impresa nell'artigianato anche oggi offre importanti prospettive; è una figura richiestissima ed oberata di lavoro, della quale ci sarà sempre bisogno – dice Siro Martin, presidente della Confartigianato Metropolitana – ma a questa prateria di opportunità, confermata dal trend di crescita rilevato dallo studio, si contrappongono anche le nuove sfide. Su tutte la difficoltà a coinvolgere i giovani, sia per reperire mano d'opera qualificata da parte delle imprese attive e sia per garantire il ricambio generazionale alla guida delle vecchie e nuove aziende”.
Tornando ai numeri, in termini percentuali il comune veneziano più “fertile” per il saldo di imprese (la differenza tra nate e cessate) nel 2024 è stato Musile di Piave (+7,05% imprese artigiane rispetto il 2023), seguono Fossalta di Piave (+4,67%), Spinea (+4,17%), Campagna Lupia (+4,07%), Torre di Mosto (+3,60%) e Quarto D'Altino (+3,16%). I 5 comuni dove la presenza artigiana è calata maggiormente sono invece Noventa di Piave (-5,56% di imprese), Noale (-4,02%), Eraclea (-3,70%), Marcon (-3,46%), Camponogara (-3,35%), Ceggia (-3,17%). Il comune capoluogo Venezia, invece, conta il maggior numero di imprese, ben 5.067. Guardando la dimensione media delle attività artigiane sul territorio, quelle con un solo addetto sono le più diffuse, pari al 58,07% del totale; mentre contando quelle fino a 5 addetti si arriva complessivamente al 89,05%. Quelle più strutturate fino ai 9 addetti sono solo il 6,4%.
“Ed è proprio questa forma snella di fare impresa che dà al settore quella resilienza elastica che sta dimostrando l'artigianato –prosegue Martin-. Nonostante alle spalle ci siano una scia di situazioni economicamente pesanti per le imprese, come costi, pandemie, speculazione sulle materie prime e guerre dei dazi e militari, e che attualmente gli scenari futuri sono più incerti che sicuri, lavoro ce ne è – puntualizza Martin –. L'artigianato, facendo sintesi, non ha bisogno di lavoro ma di lavoratori, per questo tutto ciò che viene fatto in età scolare per avvicinare gli studenti verso questa professione e promuoverla è un investimento per dargli un'opportunità”.
Per quanto riguarda i settori artigiani, l'edilizia – costruzioni ne conta la quota maggiore il 40,07% (7.432 imprese), segue il Manifatturiero con il 20,37% (3.779 imprese), i Servizi con il 13,40% (2.468 imprese) e il settore Trasporti con il 9,29% (1.724 imprese). Un'ultima curiosità, nel rapporto provinciale sul numero cittadini-imprese i comuni più riccamente serviti sono Annone Veneto, Campolongo Maggiore, San Michele al Tagliamento, tutti con mediamente un'impresa artigiana ogni 30 cittadini.
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