Zanin (Pulisecco): Da Venezia parte la battaglia per valorizzare il ruolo delle lavanderie professionali nelle strategie europee sulla sostenibilità nella Moda
Produrre meno rifiuti non comprando tanti vestiti spazzatura ma selezionando capi fatti bene e con tessuti di qualità destinati a durare è una buona pratica che può ridurre l’impatto ambientale. Questo è il principio che guida la battaglia “etica” lanciata dalla Confartigianato Imprese Città Metropolitana di Venezia che in questa operazione ambiente & tessuto ha coinvolto tutti i protagonisti della filiera tessile, da chi produce gli abiti fino a chi ne cura la manutenzione, come le lavasecco artigiane del Veneto. L'iniziativa nasce nell'ambito del pacchetto europeo di indicazioni “strategiche” per la creazione di un'economia sempre più circolare e sostenibile anche nel tessile. “Per diffondere il più possibile questo concetto di lunga vita dei prodotti tessili – spiega la Confartigianato - bisogna coinvolgere in maniera ampia tutti, dando un riconoscimento formale di protagonisti in questa filiera anche alle pulitintolavanderie, che fanno parte del ciclo di vita dell’abbigliamento in quanto professionisti del lavaggio, cura e ripristino dei prodotti tessili”. La richiesta – partita dal Sandonatese in occasione del Seminario “Sostenibilità e Pulitintolavanderie: Ritorno al Futuro” a cui hanno partecipato oltre mezzo centinaio di operatori del settore - è tanto semplice quanto rivoluzionaria: inserire esplicitamente il termine “manutenzione” nella direttiva europea sulla Responsabilità Estesa dei Produttori. “Perché se chi immette sul mercato un capo d’abbigliamento ne è responsabile dalla produzione allo smaltimento - spiega Carlo Zanin, Presidente provinciale del Gruppo di Mestiere delle pulitintolavanderie di Confartigianato Metropolitana - è altrettanto vero che una corretta manutenzione è ciò che può fare la differenza tra un abito che dura anni e uno che finisce in discarica dopo due lavaggi”. Il settore, che a dicembre 2024 registrava in Veneto 760 micro e piccole imprese artigiane, chiede che sia semplicemente riconosciuto il suo ruolo nel prolungare la durabilità dei capi, in linea con i principi dell’eco-design, che punta a far produrre prodotti non usa e getta ma più resistenti, riparabili e riutilizzabili. Per Gianluca Fascina, Presidente della Federazione Moda di Confartigianato Metropolitana “L’occasione chiave per questo riconoscimento è rappresentata dall’introduzione prevista del Passaporto Digitale del Prodotto Tessile, un’etichetta intelligente accessibile tramite QR code, che accompagnerà ogni capo con informazioni su composizione tessuti, luogo di provenienza, potenziale impatto ambientale e modalità di smaltimento. Includendo anche le indicazioni per il corretto lavaggio professionale necessario si agevolerebbero ulteriormente i consumatori e gli operatori del settore”. “L’artigianato ha un valore importante per il territorio ed è per sua natura sostenibile. Le pulitintolavanderie ne sono un esempio concreto: custodiscono competenze, danno lavoro e fanno economia circolare ogni giorno, anche se in silenzio”, ha detto Siro Martin, Presidente di Confartigianato Imprese Città Metropolitana di Venezia, sottolineando che “La sostenibilità non si esaurisce nella produzione, ma continua nel tempo e con la cura delle cose, e le pulitintolavanderie sono parte di questo ciclo”.
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